Lecco il 21 maggio 2020 – Paolo Favini direttore generale dell’Asst risponde al duro attacco dei sindacati, che minacciano lo sciopero, e replica sul documento di valutazione, e prevenzione, dei rischi che le sigle sindacali definiscono lacunoso: «Io posso dire solo che non hanno compreso le nostre risposte. Mi dispiace non abbiano compreso quello che abbiamo detto in vifeoconferenza che, peraltro, hanno rimandato due volte. Soprattutto perché a quelle domande avevamo risposto per iscritto l’8 aprile del 2020: in quella lettera si parlava della gestione dell’emergenza Covid, dei dispositivi di protezione individuale, di formazione e di protocolli. La deliberazione sul documento valutazione rischi è dipesa da un evento in continua evoluzione che ha visto delle modifiche di giorno in giorno. Un documento che è stato continuamente modificato. Ma non era possibile convocare gli Rls (responsabili dei lavoratori per la sicurezza) tutti i giorni. Abbiamo fatto però tre riunioni firmate con il percorso sempre rispettato sulla sicurezza, a partire dai Dpi. E quindi come le altre aziende, lo delibereremo come accettazione. Ma è stato mandato ai sindacati prima della delibera già firmato dagli Rls che lo avevano già in mano. L’avessero letto, ci avrebbero potuto fare tutte le domande in videoconferenza”.
Altra questione è il riferimento agli infermieri impiegati in reparti non di loro specifica appartenenza: «Si ricorre al concetto d’intensità di cure e il reparto polispecialistico è proprio a intensità di cure: gli infermieri seguono pazienti specialità diverse. L’infermiere di rianimazione segue un paziente di terapia intensiva, usufruendo della consulenza di altri colleghi specializzati in altre branche. L’intensità di cure, che è un modello che alcuni hanno attuato in modo più radicale, altri meno, è presente nel nostro ospedale da tempo. Ci saranno dei “reparti a intensità di Covid”, multidisciplinari, plurispecialistici, con medici e infermieri che si possono avvalere anche di aiuti di tipo formativo e informativo al quale riferirsi. Ma il modello esiste da vent’anni: in una sub intensiva ad alto livello di assistenza con infermieri già specializzati a seguire questi pazienti, che ci sia il cardiologico e il neurologico non è la fine del mondo anche perché i gruppi di lavoro verranno formati secondo le specificità . Non stiamo inventando niente».
E gli 800 malati? «A marzo-aprile 2019 erano 532. Ora sono 832. Ma abbiamo avuto 327 malati Covid. Per cui la media è esattamente la stessa dell’anno scorso. Nulla più».
Ferie e riposi non ancora concessi? «Siamo stati travolti, ma ora prenderemo sicuramente in considerazione la possibilità di far destressare i nostri medici e gli infermieri. Abbiamo fatto sicuramente un periodo terribile ma abbiamo anche assunto 102 nuove figure tra medici, infermieri, oss… E avuto dal 7 al 24 aprile 14 medici rumeni… Ora daremo, nelle modalità e nei tempi possibili, la possibilità a tutti di riposare e di fare le tre settimane di ferie non consecutive nel periodo estivo…”.
33
0
(Visited 33 times, 1 visits today)