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IL 12 MARZO È LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SUGLI OPERATORI SANITARI: A LECCO IN UN ANNO 86 AGGRESSIONI FISICHE O VERBALI

IL 12 MARZO È LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SUGLI OPERATORI SANITARI: A LECCO IN UN ANNO 86 AGGRESSIONI FISICHE O VERBALI

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Lecco, 11 marzo 2024 – Le aggressioni nell’ambito sanitario sono episodi sempre più frequenti, tanto da aver portato anche la giurisdizione e gli organi competenti a livello nazionale e regionale ad attivarsi nel merito. Il giorno 12 Marzo è istituita la “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari” in cui le amministrazioni pubbliche e private sono invitate ad organizzare una serie di iniziative di comunicazione per evidenziare l’importanza di diffondere una sana cultura di educazione e rispetto, che condanni ogni forma di violenza nei confronti dei sanitari. L’ASST di Lecco, in ottemperanza alla “Raccomandazione Ministeriale per prevenire gli atti di violenza a danno degli operatori” ed alle indicazioni di Regione Lombardia, già da alcuni anni ha avviato iniziative sul tema e il monitoraggio del fenomeno.

In ASST è costituito il G.O.R.A, Gruppo Operativo Rischio Aggressione, un gruppo multidisciplinare che effettua periodicamente l’analisi dei dati, valuta e propone eventuali azioni correttive o preventive per contenere il fenomeno e promuove analisi delle condizioni operative e dell’organizzazione nei servizi considerati maggiormente a rischio.

Dall’analisi delle segnalazioni del 2023, presso l’ASST si contano 25 aggressioni fisiche, 61 aggressioni verbali e 1 agito contro la proprietà. Di questi episodi, la maggior parte sono accaduti nei poli ospedalieri, in particolare in Pronto Soccorso (26) o nelle aree di degenza (36). Ma le aggressioni avvengono anche sul territorio: 19 episodi si sono infatti verificati nei servizi territoriali (es. poliambulatori, S.E.R.T, ecc..).   Chi mette in atto un’aggressione? Il più delle volte sono messe in atto dai pazienti o utenti stessi (60), ma si contano anche episodi i cui protagonisti sono i familiari (24) o anche degli estranei/esterni (3).

Infine, quale fattore principale predisponente l’aggressione in 31 casi è stato segnalato il malessere o la patologia del paziente; più della metà delle aggressioni, è invece ricondotta principalmente alle aspettative disattese del paziente o del famigliare e alla scarsa fiducia nei professionisti.

Al fine di acquisire una maggiore capacità di gestione della comunicazione e ridurre le probabilità di uno sviluppo conflittuale dei momenti di difficoltà e di tensione, l’ASST ha promosso a tutti i suoi dipendenti  un corso formativo per l’acquisizione di strumenti e di tecniche per la gestione dell’aggressività nel rapporto con l’utenza (pazienti e caregiver), che rappresenta un accrescimento professionale per i lavoratori, in particolare nei Pronto Soccorso  e nel Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze, che si trovano quotidianamente coinvolti nei setting ad alta intensità emotiva.

L’Ordine delle professioni infermieristiche ha diffuso una nota in merito alla giornata del 12 marzo: “Con la Legge 14 agosto 2020, n. 113 “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie” è stata prevista la celebrazione della “Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari” il 12 marzo di ogni anno. Per violenza contro gli operatori sanitari e socio-sanitari si intende “ogni aggressione fisica, comportamento minaccioso o abuso verbale che si verifica nel posto di lavoro”.

Il fenomeno è, per diversi motivi, molto sottostimato, ma negli ultimi anni vi si sta ponendo maggiormente l’attenzione, indagandone la reale prevalenza e i fattori di rischio.

L’OPI di Lecco (Ordine delle Professioni Infermieristiche), in occasione della giornata ha realizzato un breve video per sintetizzare i punti chiave del problema. “Abbiamo recentemente condotto un’indagine a livello regionale con il Coordinamento degli OPI Lombardi, a cui hanno risposto circa 2400 infermieri” – spiega il Presidente OPI Lecco, Fabio Fedeli- “di questi circa il 50% afferma di aver subito almeno un episodio di violenza sul luogo di lavoro negli ultimi 12 mesi. Tanti inoltre non segnalano attraverso i canali formali, per paura di ritorsioni, per sfiducia o perché considerano tali episodi parte della quotidianità lavorativa”. Il problema però esiste e porta con sé conseguenze da non sottovalutare. “Questi ripetuti episodi causano stress, conducono al burnout, alimentano l’intenzione di abbandonare la professione e causano assenze dal lavoro dovute ai danni fisici e psicologici. A subirne le conseguenze sono anche i cittadini, con le ripercussioni sul sistema sanitario. Tempi di attesa maggiori, peggioramento della qualità dell’assistenza e un aumento della spesa sanitaria che si ripercuote sulle tasche di tutti.”

Come affrontare allora il problema? “I fattori di rischio sono diversi e vanno dalle lunghe attese, in pronto soccorso come negli ambulatori, il carico di lavoro che i professionisti devono affrontare, il comfort offerto dalle strutture ai visitatori e la carenza di personale. La presenza di personale di vigilanza e di Forze dell’Ordine riveste sicuramente un ruolo importante, ma è necessario intervenire su ognuno di questi fattori predisponenti in maniera proattiva. Per tale motivo, come Ordine delle Professioni Infermieristiche intendiamo sensibilizzare la cittadinanza e tutti gli stakeholder in questa giornata e stiamo lavorando per fornire ai nostri iscritti la possibilità di partecipare a una formazione specifica sulla prevenzione e la gestione degli agiti aggressivi. Nei luoghi di cura non deve esserci spazio per la violenza perché, citando lo slogan che accompagna la campagna informativa, la violenza non cura!”

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