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NOSTRA FAMIGLIA: “INTERROTTO IL DIALOGO”

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La posizione de La Nostra Famiglia in merito alla vertenza sul contratto di lavoro.

 

Ci è stato comunicato il dispositivo della sentenza del Tribunale di Lecco che ha condannato l’Associazione a corrispondere ad alcuni lavoratori, cui era stato applicato il contratto collettivo dei centri di riabilitazione, le differenze retributive derivanti dall’applicazione del contratto collettivo della sanità privata.

 

Il Giudice ha stabilito un termine di 60 giorni per depositare le motivazioni della sua decisione, che non rappresenta comunque una novità essendo analoga a quella di alcune altre sedi, che si sono adeguate ad un cambiamento interpretativo improvviso della Corte di Cassazione.

 

Entrando tuttavia nel merito della questione, l’Associazione ha più volte cercato di trovare un accordo con le organizzazioni sindacali dei lavoratori che tenesse in considerazione non solo e non tanto la situazione economica, ma anche e soprattutto la realtà dell’attività svolta, rappresentata fondamentalmente, da Centri di Riabilitazione applicando un contratto collettivo nazionale sottoscritto da CISL ed UIL e per il cui rinnovo oggi sta insistendo, in sede nazionale, anche la CGIL.

 

L’accordo, tuttavia, non è mai stato raggiunto, nonostante le disponibilità anche economiche messe sul tavolo dall’Associazione, che ovviamente non ha mai fatto una discussione di principio, ma pratica, concreta ed oggettiva e continuerà nella strada intrapresa, sia perché convinta della correttezza della propria impostazione, mantenendo, come sempre ha fatto, la strada del dialogo aperta.

 

Spiace quindi che siano girati dei comunicati che hanno presentato il dispositivo del Tribunale di Lecco come una “prima” vittoria (che così non è), come una decisione non più discutibile (prima ancora di sapere le spiegazioni che il Giudice darà alla propria decisione) e che non è definitiva (perché verrà portata dall’Associazione al vaglio della Corte d’Appello), e che paiono interrompere la strategia del dialogo che l’Associazione continua a voler perseguire, per arrivare ad una soluzione che ponga fine ad un contenzioso nell’interesse soprattutto di tutti coloro che vedono nell’Associazione chi può tutelare la dignità e migliorare la qualità della vita di bambini e giovani.

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