Lecco, 13 gennaio 2020 – Favorevoli e contrari. La proposta del sindaco di Dervio Stefano Cassinelli di “chiudere” Corenno Plinio per far pagare un ticket d’ingresso ai turisti (non ai residenti, ai proprietari di seconde case e ai loro visitatori o ospiti), ha diviso la gente.
Tanto che è spuntata anche una petizione contro quella che, però, è ormai una decisione. Lo stesso sindaco ha sottolineato come fosse nel suo programma di governo, votato dal 60 per cento dei derviesi e non ha comunque escluso, dopo un periodo di sperimentazione, di poter tornare indietro, se non ci saranno benefici per Corenno e la sua gente. D’altronde sembra che di controindicazioni ce ne siano poche: se funziona, bene. Altrimenti Corenno avrà avuto una “pubblicità” mai avuta prima…
L’APPOGGIO INCONDIZIONATO DI FABIO DADATI
E a scendere in campo con un “endorsement” in piena regola a favore del sindaco di Dervio, è stato il presidente di Lariofiere Fabio Dadati che è anche ristoratore e albergatore. Sul suo profilo Facebook Dadati ha articolato così il suo appoggio a Cassinelli: “Quando ho letto che Stefano Cassinelli sindaco di Dervio, aveva deciso di inserire un ticket d’ingresso al borgo di Corenno Plinio mi sono detto: bravo, finalmente un’iniziativa che va nella giusta direzione, e gli ho scritto un messaggio di congratulazioni. Poi ho letto alcune critiche e così ho deciso di scrivere questa breve riflessione per sostenere la scelta. Non che ce ne fosse bisogno, ma mi è sembrata una buona occasione di confronto e chiarimento”.
TURISMO UTILE SE CREA VALORE
Dadati spiega la sua posizione: “Il turismo è utile alle nostre comunità solo se crea valore. Questa frase banale raccoglie tutto ciò che si deve fare per sviluppare in modo equilibrato e soddisfacente il nostro territorio: trasporti, ricettività, servizi, eventi, commercio, promozione.
Il mio motto è sempre stato uno: un territorio è accogliente per i turisti se chi ci abita tutto l’anno ci vive bene. Altra banalità di una difficoltà enorme da realizzare. Il problema del nostro tempo non è attrarre persone (che si muovono in misura crescente in tutto il mondo passando da 476 milioni nel 2000 a 1 miliardo e 400 milioni nel 2018, +194%), il punto è far sì che arrivino in numero sostenibile e portino risorse economiche adeguate allo sviluppo”.
IL NOSTRO LAGO NON PUO’ ESSERE “LOW COST”
E la ricetta per Dadati non è semplice ma è necessaria: “Per ottenere questo risultato bisogna avere ben chiari l’obiettivo e il progetto, ed attuare quest’ultimo attivando le leve necessarie. Dallo scorso anno a Como e nel centro lago si è iniziato a parlare di “overtourism”, abbiamo le principali destinazioni che soffocano per troppi turisti, molti di questi che ne soggiornano, ne pranzano, arrivano con i pullman, intasano i traghetti, stanno poche ore e via, tornano a Milano. Molti altri che soggiornano sfruttando tariffe bassissime che nascono da un modello di business basato sulla quantità e non sulla qualità dell’offerta, esattamente l’opposto di quello che serve per far sì che in un territorio ci sia una buona qualità della vita e che il turismo porti risorse diffuse.In questo contesto, prevedere ticket d’ingresso per i turisti ai borghi, piuttosto che alle spiagge (naturalmente attrezzandole adeguatamente) è corretto, è un atto di governo, aiuta ad indirizzare in misura sostenibile i flussi turistici e recupera risorse alla pubblica amministrazione da utilizzare per manutenere il nostro territorio”.
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