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UNA RETE SOCIALE TRA MONZA E LECCO PER FAVORIRE L’AUTONOMIA DEI MIGRANTI

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Un parternariato tra i 139 comuni della province di Monza e Lecco (rappresentati dagli 8 uffici di piano-ambiti territoriali), i tre principali consorzi di Cooperative Sociali della zona e oltre 100 associazioni di volontari. Un progetto finanziato con Fondi UE e del Ministero degli Interni dedicato al sostegno dei percorsi di autonomia dei migranti regolari residenti nei nostri comuni. Un’attività di formazione che ha coinvolto centinaia di operatori pubblici, del privato sociale e volontari.

 

Un insieme di esperienze concrete sul campo effettuate in due anni che diventeranno linee guida. Una nuova mappatura di tutti i servizi pubblici e realtà associative di supporto sociale attive da Monza a Lecco su questi temi, un network pronto ad affrontare le nuove emergenze sociali. Sono i principali risultati del progetto After Care.

 

Mercoledì 25 maggio a Lissone (ore 9.00 – Palazzo Terragni) il seminario di presentazione. Sul palco i protagonisti degli interventi effettuati su housing sociale, educazione finanziaria, diritti, intercultura, avvicinamento al lavoro, minori, genitorialità: gli 8 ambiti territoriali di ATS Brianza (capofila Carate Brianza con Desio, Seregno, Monza, Vimercate, Merate, Lecco e Bellano), le centrali cooperative sociali del territorio Consorzio Comunità Brianza, CS&L e Consolida e l’ente di valutazione IPRS, insieme agli esperti e agli enti locali che hanno beneficiato delle azioni di sistema del progetto.

 

Un insieme di azioni concrete di accompagnamento verso l’autonomia dei migranti Sviluppare l’autonomia dei migranti senza sostituirsi al loro impegno diretto, rafforzando le loro competenze, la loro consapevolezza e la capacità di rapportarsi con i servizi pubblici e privati dei luoghi dove vivono, affiancati da una rete di operatori pubblici e privati in grado di interpretarne i bisogni, costruire risposte innovative e stringere alleanze nei territori. È questo l’approccio di sistema delle azioni di After Care per i migranti.

 

Qualche esempio: l’accompagnamento all’accesso ai corsi di formazione o alla ricerca del lavoro on line o nei centri per l’impiego, il rapporto con le agenzie immobiliari, la conoscenza dei servizi nei territori, digitali e informativi, la gestione dei bilanci familiari.

 

“After Care, un modello spartiacque per i servizi sociali. Una grande eredità per Monza e Lecco”
Matteo Castellani, responsabile del progetto per il Consorzio Comunità Brianza “Le iniziative realizzate con After Care segnano uno spartiacque nella gestione e nella formazione dei servizi sociali per i migranti nelle province di Monza e Lecco”, spiega Matteo Castellani, responsabile del progetto per il Consorzio Comunità Brianza. “L’iniziativa – aggiunge – ha avuto come destinatari indiretti gli immigrati regolari in fase post-emergenza ma lascia in eredità al territorio due strumenti preziosi: le linee guida con i modelli di intervento, frutto delle esperienze e delle formazione effettuata, e una dettagliata mappatura – per ognuno dei 139 comuni coinvolti, di tutti i servizi pubblici e le organizzazione di volontariato presenti sul territorio, in grado di dare una risposta alle necessità e di coordinarsi con gli uffici comunali.

 

Questo rende After Care uno dei progetti dei Fondi UE FAMI (Fondi Asilo Migrazione Integrazione) più rilevanti d’Italia. After Care terminerà formalmente a ottobre con la pubblicazione delle Linee Guida destinate ai comuni e ai volontari e la sottoscrizione dei protocolli di collaborazione. Continueremo il monitoraggio delle future attività, l’aggiornamento delle mappature che saranno nelle mani degli uffici di ambito. Ci sarà ovviamente spazio per il coinvolgimento di nuovi partner.”

 

“Operazione storica di integrazione pubblico e privato sociale su tema di frontiera. I comuni sempre uniti sulle risposte concrete ai problemi” Veronica Borroni, responsabile dell’ufficio di ambito sociale di Carate Brianza e capofila del progetto After Care

 

“Dal punto di vista delle istituzioni locali è stata compiuta un’operazione storica”, dichiara Veronica Borroni, responsabile dell’ufficio di ambito di Carate Brianza, capofila del progetto After Care: “Abbiamo messo intorno allo stesso tavolo 139 comuni di due diverse province, da Brugherio a Colico, rappresentati dagli 8 uffici di ambito per i servizi sociali, oltre a tre consorzi di cooperative sociali e un ente verificatore. Abbiamo formato 200 operatori del privato sociale e volontari e 311 dipendenti pubblici di 35 comuni sulle problematiche dei migranti regolari, che sono cittadini a pieno titolo dei nostri paesi, coinvolgendo i servizi sociali, l’anagrafe, gli uffici tecnici, gli asili nido e la polizia locale, settori che a volte faticano ad interagire tra loro. Siamo riusciti a mettere a fuoco buone prassi, modelli di accoglienza e sostegno in particolare per mamme e bambini e soprattutto abbiamo mappato in ogni ambito territoriale la rete di servizi pubblici, delle imprese sociali e del volontariato.

 

Un network di presenze, luoghi e competenze che non solo ha facilitato il compito degli operatori e dei beneficiari del progetto e che si è mosso all’unisono già durante la pandemia e nella crisi ucraina. Una rete che ora sarà attivabile di fronte ad eventuali nuove emergenze. Questo è il patrimonio finale più importante di After Care. Come sempre i comuni si sono dimostrati uniti nell’affrontare i problemi concreti e hanno colto le opportunità messe a disposizione.

 

Con After Care nasce una nuova professione: il Network Manager per il migrante Sara Viganò, Network Manager del Consorzio Comunità Brianza Accompagnare verso l’autonomia le famiglie dei migranti e sviluppare i rapporti con i servizi e le reti territoriali del volontariato.

 

È il compito del Network Manager, una nuova figura professionale nata con l’esperienza di After Care. Sara Viganò, 32 anni, antropologa di Besana Brianza, è uno dei 6 “manager delle connessioni” del Consorzio Comunità Brianza: “Il nostro ruolo è quello di entrare a stretto contatto con le famiglie e cercare di comprendere e affrontare i veri problemi. Non ci sostituiamo mai al migrante ma lo affianchiamo, sempre in équipe con i servizi sociali e gli altri volontari. Ad esempio, diamo loro strumenti per aiutarli nella ricerca di un lavoro, nelle trattative con un’agenzia per affittare un appartamento, a come gestire l’economia domestica, dove e come chiedere un eventuale supporto per la salute o i figli.

 

Operiamo su micro-obiettivi senza perdere di vista quello finale: sviluppare l’autonomia, valorizzare le competenze, riattivare quando occorre la voglia di fare, conoscere il territorio. I riscontri ci sono. Il nostro intervento è efficace. A volte non riusciamo ad essere risolutivi ma registriamo sempre passi avanti. L’altra fetta del nostro lavoro è la mappatura delle reti dei servizi e dei volontari. Abbiamo portato alla luce un mondo straordinario della solidarietà in Brianza, con oltre 100 organizzazioni attive in ogni angolo delle due province. Energie straordinarie che entrano in un circolo virtuoso e coordinato grazie ad After Care”.

 

“Corsi al personale comunale per imparare a trovare soluzioni alternative ai problemi transculturali anche nei piccoli centri” Olfa Bach Baubab, presidente di Mosaico Interculturale È tra le più importanti e longeve associazioni italiane impegnate nell’ambito della mediazione linguistico-culturale. Oggi offre lavoro a 40 professionisti provenienti da ogni angolo del mondo. Si chiama Mosaico Interculturale ed è nata 25 anni fa a Vedano al Lambro (MB).

 

La presidente Olfa Bach Baouab è stata tra i protagonisti delle attività formative di After Care per gli operatori dei Comuni coinvolti: “Abbiamo fornito al personale strumenti per trovare soluzioni alternative ai problemi transculturali, con una particolare attenzione alla maternità e alla tutela dei minori stranieri, temi considerati prioritari. Nei corsi abbiamo esaminato alcuni casi ed effettuato una serie di esercitazioni che ci hanno consentito di affrontarli con uno sguardo diverso. Riteniamo di aver trasmesso strumenti di lettura e di azioni nuovi, in grado fare prevenzione e sviluppare reti. Tra gli operatori abbiamo trovato sensibilità e attenzione. Il prossimo passo? Far crescere il network, consolidare lo scambio di esperienze, imparare a cogliere i segnali di disagio

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