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IL DDL APPALTI PREOCCUPA I SINDACATI, RICEVUTI IN PREFETTURA

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Lavoratori in presidio oggi davanti alle Prefetture di Lecco e Monza per protestare contro il disegno di legge, già passato al Senato, che non prevede l’obbligatorietà della clausola sociale negli appalti ma ne dichiara solo la facoltà.
“Un pericoloso arretramento in termini di tutela per lavoratrici e lavoratori, con seri rischi sulla tenuta occupazionale” ha affermato Francesco Barazzetta – Segretario Generale della FISASCAT CISL Monza Brianza Lecco. “La nostra richiesta, riportata anche al governo dalle nostre federazioni nazionali, è quella di prevedere l’esclusivo obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara, per questo oggi abbiamo attivato i presidi davanti alle Prefetture”.

“Se la noma sarà confermata” prosegue Barazzetta “anche nelle nostre Provincie di Monza Brianza e Lecco avrà ricadute pesantissime per centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, per la maggioranza donne, spesso con part time involontario a poche ore settimanali, occupati in comparti spesso essenziali: ospedali, strutture socio-sanitarie, scuole, ristorazione e pubblici esercizi, ministeri, uffici pubblici”.

 

Preoccupazione espressa anche da Roberto Frigerio, Segretario UST CISL Monza Brianza Lecco “In riferimento alla norma prevista nella legge delega, ribadiamo che non può essere una facoltà l’inserimento delle clausole sociali nei cambi appalti. Il non passaggio del personale, oltre ad aggravare la situazione di vulnerabilità di lavoratrici e lavoratori, non potrà che incidere negativamente su appalti sensibili che interessano e garantiscono salute, igiene e sicurezza per l’intera società”.

 

Questa mattina, nell’ambito della mobilitazione regionale promossa dalle sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, è stata ricevuta in Prefettura dal Capo di Gabinetto Marcella Nicoletti una delegazione dei suddetti sindacati per sostenere le lavoratrici e i lavoratori che operano negli appalti di servizi nei comparti delle pulizie e sanificazione, nella ristorazione collettiva, nella vigilanza.

 

Nel corso dell’incontro sono stati ulteriormente evidenziati i motivi della mobilitazione, riconducibili in particolar modo alla discussione e approvazione in Senato del DDL Appalti, il cui testo contiene una norma che prevede la facoltà, e non già l’obbligo, di inserire clausole sociali nei bandi di gara. Detta previsione determinerebbe un preoccupante arretramento in termini di tutela per i numerosi lavoratori, in maggioranza donne con contratti part time di poche ore settimanali, che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, mettendone in pericolo la stabilità.

 

La richiesta formulata dai rappresentanti sindacali è quella di prevedere l’esclusivo obbligo di inserimento di clausole sociali nei bandi di gara così da impedire che ogni cambio di appalto possa trasformarsi in perdita di posti di lavoro e di reddito per lavoratori occupati in appalti di servizi essenziali e di pubblica utilità. Le preoccupazioni espresse saranno tempestivamente portate all’attenzione delle competenti Autorità di Governo.

 

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