
BALLABIO, 13 OTTOBRE 2025 – “Nei giorni scorsi il sindaco di Ballabio, Giovanni Bruno Bussola, è stato minacciato di morte da alcuni ospiti del centro d’accoglienza che ormai da tempo crea problemi in paese. Dopo aver pedinato una ragazza, che ha chiesto l’intervento dei vigili, gli extracomunitari si sono scagliati sia contro di loro insultandoli sia contro il sindaco giunto sul posto: hanno mimato che lo avrebbero strangolato. Un fatto gravissimo che non può restare impunito. Prefettura e Questura di Lecco hanno avviato l’iter per la revoca dell’accoglienza nei confronti degli immigrati, già spostati da Ballabio, e ci auguriamo che tutto si svolga in tempi rapidi. I nostri territori non hanno alcun bisogno di personaggi del genere. Questi sono i danni di un’immigrazione scriteriata che la sinistra continua a non voler vedere. Si valuti anche la chiusura del centro per evitare nuove tensioni ed episodi spiacevoli: l’accoglienza, così, non può essere sostenibile”.
Lo dichiarano in una nota Silvia Sardone, vice-segretario della Lega e Mauro Piazza, Sottosegretario con delega Autonomia e Rapporti con il Consiglio Regionale della Lombardia esprimendo la propria vicinanza al sindaco di Ballabio a seguito dei fatti avvenuti mercoledì scorso verso le ore 17:00, quando quattro stranieri, richiedenti asilo ospiti del Centro di Accoglienza Straordinaria (Cas), sono stati fermati dalla Polizia Locale mentre stavano inseguendo e importunando per strada una ragazza di 25 anni.
La giovane, residente nel piccolo paese, ha dato l’allarme. I 4 uomini sono stati successivamente accompagnati – non senza difficoltà – al comando di Polizia locale dove però la situazione è precipitata, come ha avuto modo di raccontare lo stesso primo cittadino di Ballabio, Giovanni Bruno Bussola, minacciato di morte da uno dei soggetti coinvolti, con un gesto delle mani al collo che mostrava la volontà di volerlo strozzare. Il sindaco ha prontamente denunciato i fatti e i soggetti sono stati allontananti dal territorio comunale. Avviate dalla questura e dalla prefettura di Lecco le pratiche per il rimpatrio dei soggetti coinvolti nei fatti.