Lecco, 2 luglio. Alla luce della nostra intervista sull’amianto all’ex Leuci al membro del CNA – il coordinamento nazionale Amianto – Fabrizio Protti e delle nostre riprese che mostrano lo stato di degrado delle coperture dell’ex fabbrica di lampadine menzionate invece come ‘compatte’ dal Comune di Lecco, siamo tornati sulla vicenda insieme il consigliere comunale dei Cinque Stelle, Massimo Riva.

“La rimozione integrale dell’amianto friabile presente al di sotto della copertura e la parziale rimozione dell’amianto compatto ha migliorato nei mesi d’intervento la situazione, che naturalmente ha bisogno però ancora di essere completata”. Queste la parole rilasciate nel comunicato del Comune di Lecco.
“È del tutto evidente – replica Riva del M5S – e lo si evince anche della vostre immagini [vedi il video qui sotto] che lo stato di degrado delle coperture in amianto delle unità sia oramai assimilabile a quello dell’amianto friabile e non compatto”.
ATS dichiarava ufficialmente – dati di più di un anno fa – che il degrado dell’amianto delle coperture dei tetti fosso del 60-65%. Un anno fa.
“Ad ogni intemperia e temporale l’amianto si sgretola in modo ormai evidente ad occhio aumentando il rischio di diffusione delle particelle di amianto che causano il mesotelioma, ma anche di rendere quelle tettoie un pericolo soprattutto per auto, moto e pedoni che passano da Via Tubi”.
LA SALUTE PRIMA DI TUTTO
“Il primo criterio con il quale il Comune deve agire è la tutela della salute dei cittadini, solo poi deve intraprendere la strada giuridica di incontro con il curatore fallimentare della Lago s.r.l.”.
Queste sono pratiche necessarie, ribadisce Riva consigliere comunale del M5S in merito all’insinuarsi al passivo della Lago, ma “vengono in subordine alla tutela della salute che non può aspettare i tempi lunghi di questo tipo di pratiche”.
La salute di chi lì ci ha lavorato, di chi intorno all’area ex Leuci ci vive o ci gravita per lavoro.
QUESTIONI ECONOMICHE E DOMANDE SENZA RISPOSTA
“Certamente le questioni economiche comunali hanno il loro peso, ma secondo me – sostiene Massimo Riva – abbiamo come città di Lecco tutti gli strumenti per agire e poi rivalerci sul curatore fallimentare”.
Il fatto quindi che il Comune e Ats vadano a incontrare nuovamente il curatore fallimentare, non cambia la situazione denunciata da Fabrizio Protti nell’intervista rilasciata”.
QUI l’intervista a Fabrizio Protti del CNA
Perché il Comune non interviene direttamente, come potrebbe – dovrebbe? – fare? Perché non si paga la bonifica e poi non ci si rivale sul fallimento, come suggerito da Protti del CNA? Intanto i lecchesi rischiano di continuare a rischiare di respirare amianto.
TEMI E SALUTE
“La priorità ora è quella – conclude Massimo Riva – di avere un piano certo per agire in sostituzione di chi è stato inadempiente. Bene quindi che il Comune faccia questi ‘passi formali’ ma ora c’è bisogno di passi sostanziali. Anche perché – chiosa Riva – sono già passati quasi tre anni”.
Luca Cereda