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BRIVIO E USUELLI SUI TEST SIEROLOGICI: “UTILI PER LA RICERCA, NON PER DIAGNOSI”

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Lecco, 15 maggio 2020. Virginio Brivio, sindaco di Lecco, e Claudio Usuelli, presidente della Provincia, hanno espresso la loro opinione su test sierologici e tamponi, oggetto di discussione in questa fase dell’emergenza Covid-19.

Virginio Brivio ai microfoni di Lecco Fm
“I test sierologici – dicono Brivio e Usuelli – rivestono particolare importanza per la ricerca e la valutazione epidemiologica, in quanto strumento utile a stimare la diffusione del virus nella popolazione e a intercettare possibili casi asintomatici, ma non possono sostituire il tampone nasofaringeo, a oggi unico strumento diagnostico per determinare l’infezione da Coronavirus.
SIGNIFICATO SCARSO E RISCHIO POTENZIALE
Nel comunicato si fa riferimento alla vera funzione dei test sierologici:
“Regione Lombardia ribadisce che l’esecuzione di test sierologici, al di fuori di percorsi organizzati di verifica dei risultati ottenuti, ha fini meramente statistici e di mappatura territoriale, riveste scarso significato e può contribuire a creare false aspettative e comportamenti a potenziale rischio nei cittadini interessati. Inoltre non è ancora certa la relazione temporale tra test e immunità.
Il presidente della Provincia di Lecco Claudio Usuelli
Allo stesso tempo Regione Lombardia apre la possibilità di poter svolgere i test extra Servizio sanitario regionale, in particolare negli ambienti di lavoro e su iniziativa dei Comuni nei confronti dei propri dipendenti e della cittadinanza, a condizione di rispettare determinati parametri e di garantire autonomamente e con propri oneri l’esecuzione del tampone sui soggetti risultati positivi al test. Secondo il Ministero della Salute i test sierologici sono utili nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale in quanto: stimano la diffusione dell’infezione in una comunità; possono evidenziare l’avvenuta esposizione al virus; possono identificare l’infezione da SARS-CoV2 in individui asintomatici o con sintomatologia lieve o moderata; possono  definire il tasso di letalità dell’infezione virale rispetto al numero di pazienti contagiati da SARS-CoV-2.
Il risultato qualitativo ottenuto su un singolo campione di siero non è sufficientemente attendibile per una valutazione diagnostica, in quanto la rilevazione della presenza degli anticorpi non è indicativo di un’infezione acuta in atto e, quindi, della presenza di virus nel paziente e del rischio associato a una sua diffusione nella comunità. L’assenza di rilevamento di anticorpi (non ancora presenti nel sangue di un individuo per il ritardo che fisiologicamente connota una risposta umorale rispetto al momento dell’infezione virale) non esclude la possibilità di un’infezione in atto in fase precoce o asintomatica e il relativo rischio di contagiosità dell’individuo.
Un test anticorpale negativo può avere vari significati: una persona non è stata infettata, oppure è stata infettata molto recentemente (meno di 8-10 giorni prima) e non ha ancora sviluppato la risposta anticorpale al virus, oppure è stata infettata ma gli anticorpi sviluppati sono, al momento del test, al di sotto del livello di rilevazione del test. In altre parole, potrebbe non essere infetta, ma contrarre il virus successivamente al test.
Queste valutazioni confermano che i test anticorpali non possono essere considerati come strumenti diagnostici sostitutivi del test molecolare. L’organismo di rappresentanza dei Sindaci, Provincia di Lecco e Ats valuteranno momenti specifici di approfondimento su questi argomenti”.

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