
LECCO, 27 APRILE 2025 – Per il mese di maggio il FAI di Lecco propone tre interessanti appuntamenti:
- sabato 3 maggio: visita all’hangar delle barche della sezione canottaggio e canoa della Canottieri Lecco;
- domenica 18 maggio: la straordinaria biodiversità floristica e faunistica del Parco Monte Barro, visita e passeggiata;
- lunedì 26 maggio, ore 21, ad Officina Badoni la conferenza: “I Beni del FAI: storia, architettura e restauro della Velarca. La casa-barca ormeggiata vicino a Villa del Balbianello”.
Il primo appuntamento alla Canottieri nasce nell’ambito di una serie di eventi che verranno organizzati per celebrare i 130 anni della Società Canottieri Lecco. Ci sarà una visita all’hangar delle barche della sezione canottaggio e canoa dove si potrà scoprire l’evoluzione di queste imbarcazioni nel corso di più di un secolo, dall’inizio del ‘900 quando venivano fabbricate in legno fino ad oggi che, realizzate con l’uso di materiali come il carbonio, sono diventate molto più leggere e veloci. Si potrà conoscere come è cambiata la forma nel tempo dei remi e delle pagaie e quali innovazioni sono state introdotte alla ricerca di soluzioni sempre più performanti. A fare da guida alla visite sarà Antonio Servedio, atleta, oggi a livello Master, sia canottiere che canoista che spiegherà con grande passione l’evoluzione, la grande tradizione ed alcune curiosità di questo sport di antica origine. L’evento è aperto a tutti, per partecipate comunicare il proprio nominativo alla mail di delegazione: lecco@delegazionefai.fondoambiente.it, il contributo consigliato è di € 5.
Il secondo appuntamento del 18 maggio è organizzato in occasione delle GIORNATE FAIBIODIVERSITÀ. La delegazione ha organizzato al Parco Monte Barro un’interessante visita guidata ai giardini storici di Villa Bertarelli, alla serra ed al centro di ricerca CFA – Centro Flora Autoctona. Si proseguirà con una passeggiata dedicata alla biodiversità in località Camporese che terminerà per chi lo desidera con un aperitivo e degustazione di vini a Cascina Migliorate.
Uno dei motivi per cui il M.Barro riveste un rilevante interesse naturalistico e scientifico è per l’elevata diversità degli habitat presenti: boschi submediterranei, boschi mesofili, praterie magre, praterie delle rocce carbonatiche e stipeti. Ognuno di questi ambienti è determinato da specifiche condizioni di clima e di terreno, e presenta particolari caratteristiche vegetazionali e floristiche. Il Parco del Monte Barro è, infatti, l’area protetta lombarda con la maggior diversità floristica, con oltre 1000 specie di piante in meno di 700ha. Questa elevata biodiversità si concentra soprattutto sulle rupi, nei prati magri e nelle praterie insubriche: in tali ambienti, giudicati di prioritario interesse dall’Unione Europea, si contano fino a 50 specie in un solo metro quadro; Come spesso accade, alla notevole varietà floristica si accompagna una altrettanto elevata varietà faunistica; 56 specie di farfalle, alcune rare come la galatea (dalle ali bianche e nere), o uccelli come il succiacapre, raro animale dalle abitudini notturne, sono strettamente legati ai prati magri. Abbondano inoltre diverse specie di cavallette, la mantide religiosa e numerosi altri insetti. Nei ruscelli si trova il gambero di fiume e la salamandra. Nei boschi vivono roditori e mammiferi.
La giornata avrà inizio con la visita ai giardini storici e alla serra di Villa Bertarelli. Villa edificata nella prima metà del settecento (1721) fu sottoposta a numerosi interventi di restauro tra cui ben documentato quello dell’architetto Piero Portaluppi nei primi anni del novecento; oggi è sede del Parco del Monte Barro e del CFA Centro Flora Autoctona.
Il Centro Flora Autoctona (o CFA) è una stazione sperimentale di Regione Lombardia il cui obiettivo fondamentale è quello di conservare la biodiversità e prevenire l’estinzione delle specie di piante autoctone. Ad oggi il CFA ha studiato la germinazione di più di 400 specie provenienti da svariati ambienti lombardi e ha prodotto decine di migliaia di piante in vaso, utilizzate per attività specifiche di riqualificazione floristica nelle aree protette e non solo. Ha promosso e avviato la produzione di fiorume autoctono certificato e di sementi in purezza.
La visita ed escursione saranno guidate dal dott. Antonio Bossi, referente per i servizi educativi e la promozione dell’offerta culturale del Parco. Il ritrovo è alle ore 9.30 a Villa Bertarelli sede del Parco Monte Barro e si concluderà al termine della passeggiata, per chi lo desidera, a Cascina Migliorate con uno spuntino a base di prodotti del territorio e degustazione dei vini di Cascina Migliorate. La partecipazione è aperta a tutti sino al raggiungimento di un gruppo di 25 persone con prenotazione sul sito faiprenotazioni.fondoambiente.it. Le prenotazioni sono distinte sul sito del Cai.
Infine, lunedì 26 maggio ad Officina Badoni sì terrà una conferenza sulla storia, l’architettura ed il restauro di uno degli ultimi beni aperti al pubblico del Fai che oltretutto si trova proprio vicino a noi: la Velarca. La casa-barca progettata dallo Studio milanese BBPR (Gian Lugi Banfi, Lodovico Barbiano di Belgiojoso, Enrico Peressutti e Ernesto Nathan Rogers) nel 1959, dopo un lungo restauro è tornata oggi al suo originale approdo, a Ossuccio, sul Lago di Como di fronte all’Isola Comacina.
Non si tratta una semplice house-boat, ma di un piccolo capolavoro della storia dell’architettura moderna, firmato appunto dagli stessi architetti della Torre Velasca, volutamente richiamata nel nome “Velarca”. Verranno a raccontarci della sua storia e del suo restauro le persone che più di ogni altro ne hanno conosciuto ogni vicenda ed ogni dettaglio: Giuliano Galli, general manager del FAI e responsabile di Villa del Balbianello e della Velarca oltre che di Villa Fogazzaro, Lucia Borromeo dell’ufficio valorizzazione del FAI e Francesca Fossati restauratrice dell’ufficio tecnico del Fai. Un’occasione davvero straordinaria. Evento aperto a tutti senza prenotazione, contributo consigliato euro 5.