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VALMADRERA E IL DISCORSO DEL SINDACO CESARE COLOMBO

VALMADRERA E IL DISCORSO DEL SINDACO CESARE COLOMBO

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VALMADRERA 4 NOVEMBRE 2024- Riceviamo e pubblichiamo il discorso pronunciato dal sindaco di Valmadrera Cesare Colombo questa mattina:

È con emozione che saluto tutti i cittadini di Valmadrera presenti a questa cerimonia, le
associazioni (gli Alpini, l’Associazione Nazionale Famiglie Caduti e Dispersi in Guerra, il
Corpo Musicale Santa Cecilia), le Forze dell’Ordine, i rappresentanti dell’Amministrazione
e, in particolare, i ragazzi delle scuole.
Oggi è la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, che celebriamo nel giorno della
fine della Prima Guerra Mondiale in Italia, il 4 novembre 1918, che fu anche la prima sfida
dell’Italia unita che dimostrò di non essere solo “un nome geografico”, ma una nazione.
Ricordiamo oggi tutti coloro che hanno combattuto per arrivare a quella conclusione:
uomini di diversa estrazione culturale e sociale, di diversa provenienza geografica, che
vestirono la divisa con ideali e motivazioni diverse, ma tutti accomunati dall’esperienza
terribile delle trincee, dalla paura, dalla sofferenza, dalla nostalgia della propria casa e della
propria famiglia.
Ed è importante ricordarli qui, davanti a questo monumento recentemente restaurato grazie
all’impegno degli Alpini di Valmadrera, dell’Amministrazione Comunale e di tante persone
e realtà che hanno voluto dare il proprio contributo. Le tante piccole croci qui incise ci
ricordano un sacrificio non inutile per amare questa patria e ci spronano a LAVORARE PER
LA PACE, uno dei beni più preziosi per la libertà dei popoli e delle singole persone, che è
talvolta prezzo inevitabile di fatiche, sacrifici e guerre, come l’anniversario che ricordiamo
oggi.
Non è facile in giornate come quelle di oggi parlare di PACE. Tre giorni fa, il presidente della
Repubblica Sergio Mattarella, durante la cerimonia di consegna delle decorazioni
dell’Ordine Militare d’Italia, si esprimeva così:
“Oggi, dopo i decenni di pace assicurati dalla scelta euro-atlantica, la guerra scatenata
dalla sciagurata invasione dell’Ucraina da parte della Federazione Russa, e quella rinnovata
in Medio Oriente, ripropongono la sfida della SICUREZZA e della PACE come valori preziosi
da PROMUOVERE, CUSTODIRE e DIFENDERE con costanza e con determinazione.
NON È ACCETTABILE ABITUARSI ALLA GUERRA. La costante visione d’immagini devastanti,
l’aggiornamento continuo dei numeri delle vittime, sui campi di battaglia e tra le popolazioni
civili, scuote le nostre coscienze.
La gravità della situazione impone di AGIRE CONCORDEMENTE NELL’UNIONE EUROPEA, in
stretto coordinamento con i nostri alleati atlantici: soltanto così si potranno assumere
iniziative efficaci allo scopo di mitigare le minacce alla sicurezza internazionale e di avviare
concreti percorsi di stabilità e di pace.”
Serve un’Europa, ce lo ha ricordato in un’altra occasione lo stesso Presidente, “capace di
esercitare la propria positiva influenza. Un continente capace di testimoniare con
convinzione i propri valori di pace, cooperazione, rispetto dei diritti delle persone e dei
popoli”.
È anche per questo motivo che abbiamo voluto dedicare il 25esimo del conferimento del
titolo di Città di Valmadrera alla dimensione europea. Come ci hanno ricordato gli ospiti
presenti al Consiglio Comunale dello scorso 26 ottobre, l’Europa si costruisce anche a
partire dalle comunità locali e dalle relazioni fra le persone, come quelle che stiamo
costruendo con i gemellaggi, che da anni si stanno portando avanti nella nostra città.
In quella occasione, il professor Carlo Secchi ha condiviso con noi molte riflessioni, ma ne
sottolineo due importanti.
La prima legata al concetto di Patria, e lo ha fatto a partire dal Presidente della Repubblica
che c’era 25 anni fa, Carlo Azelio Ciampi, che ha dato un contributo fondamentale alla
costruzione dell’Europa, e diceva che lui si sentiva cittadino a più livelli: cittadino europeo,
certamente cittadino italiano, cittadino toscano e poi cittadino di Livorno, che era la sua città
natale. E trovava del tutto normale riuscire a conciliare queste varie dimensioni in un’ottica molto
equilibrata a seconda delle tematiche, a seconda dei problemi che doveva affrontare e a seconda
del contesto in cui si trovava, che è, cito testualmente, “l’esatto contrario di questo nefasto
sviluppo semi ideologico del nostro tempo che si chiama sovranismo”.
La seconda è un impegno che lui ha definito: “un compito di testimonianza, di educazione,
ma proprio nel senso di educere, di far uscire i concetti che a volte sono un po’ seppelliti nel
sentire di ciascuno, soprattutto con riferimento ai più giovani, su che cosa c’era prima e
quali sono invece i rischi che corriamo se a un certo punto abbandoniamo quello che fin qui
è stato costruito”.
L’omaggio compiuto oggi possa allora essere un modo per rinnovare questo impegno a
costruire la nostra Patria, l’Italia, a costruire l’Europa, a costruire un futuro dove si
accompagnano l’amore per la Libertà e quello per la Pace.
Viva il 4 Novembre, viva Valmadrera, viva l’Italia, viva l’Europa, viva la Pace!

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