DELITTO DI PADERNO DUGNANO, QUAL E’ IL SENSO? SE NE PARLA CON MARIO DUPUIS
LECCO, 18 SETTEMBRE 2024 – Un incontro per cercare di cogliere il senso di quanto successo, per
approfondire spostando la lente d’ingrandimento non tanto sul delitto in sé, ma su come si può
agire dal punto di vista educativo nel merito di quanto accaduto. Questo l’obiettivo della “Pietro
Scola”, della “Kolbe” e del liceo “Leopardi”.
Ieri sera, martedì 17 settembre, nell’aula magna del complesso scolastico si è tenuto l’incontro
aperto ai genitori con Mario Dupuis fondatore della comunità Ca’ Edimar di Padova che ha scritto
una lettera a Riccardo, ragazzo di 17 anni in questi giorni al centro dell’attenzione mediatica per il
delitto di Paderno Dugnano. Dupuis si è detto mosso dal desiderio “di fargli compagnia” in quanto
egli stesso dice di “aver sperimentato che ciascuno di noi è un mistero ed è un bene più grande del
male che può compiere”. Con questo messaggio di speranza ha tentato di raggiungerlo in carcere.
Di fronte alla domanda posta dalle presidi Marta Frizzi, Diletta Gallucci e Paola Perossi su cosa
chiedano questi fatti a noi educatori, docenti e genitori insieme Dupuis ha risposto: “Di ricordare a
un ragazzo la parte vera di sé stesso, che lui non sa ancora di avere. L’educatore è qualcuno che
custodisce la bellezza della tua vita. Il compito di un adulto è quindi quello di attendere un ragazzo
anche quando tratta male la sua libertà e, come ha spiegato Dupuis, se ti chiude la porta devi entrare
dalla finestra, se ti butta fuori dalla finestra devi entrare dal tetto, se ti chiude il tetto riprova dalla
cantina. L’attesa della mossa di libertà di un ragazzo dev’essere sempre carica di giudizio e piena di
una proposta di Bene”.
Infine, rispetto ai genitori che chiedevano come stare di fronte alla libertà dei propri figli quando
prendono strade diverse dalla propria idea Dupuis ha risposto che “è naturale che un genitore abbia
in mente un suo disegno di bene. La questione importante però è passare dal “voler bene” a volere
il suo Bene. E il bene di tuo figlio non è in mano tua. È un cammino sconosciuto, quindi bisogna
mettersi in ascolto e in attesa certi che certi del destino buono di ciascuno”.