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TARGA SENZA PACETOLTA DAL MURO DELLO STADIO

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La targa in acciaio che ricordava, freddamente e senza commenti, i fatti del 28 aprile 1945, ovvero la fucilazione, da parte del Cln Alta Italia, di 16 tra ufficiali e sottufficiali dei reparti “Leonessa” e “Perugia” della Repubblica Sociale di Salò, è stata rimossa ieri notte da ignoti. Sconcerto è stato espresso dall’assessore Corrado Valsecchi e voci di dissenso si sono levate sia da Destra che da Sinistra.  Giacomo Zamperini di Fratelli d’Italia e Antonio Pasquini sempre vicino al Centro Destra parlano di gesto ignorante e danno degli “imbecilli” agli ignoti autori della asportazione della targa. Tino Magni di Sinistra e Libertà e Salvatore Rizzolino, ex assessore ed estensore del testo che fu inserito nella nuova targa (la prima risaliva al 2000) affissa al muro dello stadio Rigamonti-Ceppi nel marzo 2013,  parlano di gesto da condannare e auspicano il ritorno della stessa nella sua sede. Ma gli accenti sono naturalmente diversi. Per Magni e Rizzolino non si tratta di una targa celebrativa ma di un semplice segno di quello che avvenne, di una testimonianza storica. Per Pasquini e Zamperini, al contrario, si tratta di un importante “memoria” di un fatto tragico, anche se coinvolse dei militari fascisti. Alla fine, dopo 74 anni, quei fatti fanno ancora discutere e non si è mai giunti a una vera composizione razionale e obiettiva di quei tragici (da qualsiasi angolazione li si guardi) eventi.

Il nostro servizio realizzato in diretta nei minuti della scoperta dell’avvenuta asportazione della targa, stamattina, alla presenza dell’assessore al Patrimonio del Comune di Lecco Corrado Valsecchi.

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