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ALLA GALLERIA BELLINZONA LA MOSTRA DEDICATA A TINO VAGLIERI

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Lecco, 18 febbraio. A Tino Vaglieri (Trieste 1929 – Milano 2000) la Galleria Bellinzona di Lecco dedica una mostra che propone 16 opere realizzate tra il 1954 e il 1956 e culminanti nella folgorante immagine del Cristo crocifisso della “Morte del Minatore”. Opera, quest’ultima, che è ispirata alla tragedia delle decine e decine dì minatori italiani che, nell’estate di quell’anno, trovarono la morte nei cunicoli sotterranei di Marcinelle, piccolo centro carbonifero del Belgio.

La mostra “Tino Vaglieri. Dalla Sicilia a Marcinelle. Estate 1956” sarà inaugurata sabato 23 febbraio alle 10.30 nella sede della Galleria Bellinzona in via Azzone Visconti 12 a Lecco.

Per iniziativa della galleria, in collaborazione con il Centro culturale Alessandro Manzoni di Lecco, il 18 marzo (ore 20.30 in galleria, ore 21 alla Sala conferenze dell’Unione industriali in via Caprera 4) è poi in programma l’incontro pubblico “Iconografia di un Crocifisso. Morte del Minatore di Tino Vaglieri”, riflessioni di Laura Polo D’Ambrosio.

La Galleria Bellinzona dedica mostra a Tino Vaglieri con opere realizzate a metà degli anni ’50, nel pieno della rinascita e della ricostruzione post-bellica che coinvolse Milano. Questi furono gli anni delle mostre dedicate ai grandi Maestri internazionali, grazie alla straordinaria capacità di Franco Russoli memorabile e geniale sovrintendente ai beni culturali.

Seguirono nel 1951 e 1952 le esposizioni dedicate rispettivamente a “Caravaggio e i caravaggeschi”, a cura di Roberto Longhi, e a Vincent Van Gogh. Longhi curò anche nel 1953 la mostra “I pittori della realtà”, mentre nel 1954 le opere di Georges Rouault furono esposte durante la mostra inaugurale del Padiglione d’Arte Contemporanea (PAC).

Oltre alla riproduzione delle opere esposte, il catalogo della mostra, curato da Oreste Bellinzona, propone testi di Elena Lissoni, Laura Polo D’Ambrosio, Arianna Beretta e dello stesso Vaglieri: la lettura di queste pagine rappresenta un passaggio fondamentale per immergersi nel clima storico e culturale dell’epoca, approfondendone gli sviluppi artistici.

Spiega Oreste Bellinzona, organizzatore e curatore della mostra: “Sottoproletario milanese del ‘44, di Porta Ticinese, allievo non assiduo del liceo Manzoni, sono cresciuto con problematiche “esistenziali” perfettamente descritte da Tino Vaglieri e dai suoi compagni di Brera. Con l’apertura della galleria, affascinato com’ero dalla loro cultura, non potevo non farli diventare artisti della galleria”.

“La loro arte – continua – ha segnato tutto il mio percorso professionale. Ho conosciuto e frequentato assiduamente Bodini, Cazzaniga e Ferroni e ne conservo ricordi umanamente molto importanti. Mi sono sempre meravigliato per il successo critico e mercantile assolutamente inferiore al loro vero valore. Se fossero stati tedeschi, sarebbe stata un’altra storia. Ma forse la loro arte non era condivisa dai borghesi del miracolo economico e dagli intellettuali organici della sinistra ufficiale, e non solo”.

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