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MIGRANTI A CREMENO, NOGARA: NOI CI SIAMO SEMPRE OPPOSTI

MIGRANTI A CREMENO, NOGARA: NOI CI SIAMO SEMPRE OPPOSTI

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La posizione di Flavio Nogara, Candidato Lega elezioni regionali

Leggendo le dichiarazioni del sindaco di Cremeno e del consigliere regionale uscente Piazza provo soddisfazione nell’apprendere finalmente la condivisione di quanto la Lega con l’allora sottoscritto segretario provinciale sostiene dal 2015, è infatti da allora che con forza chiedo la chiusura della struttura di Cremeno per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Chiesi allora una forte presa di posizione del sindaco che alla fine però subì le decisioni della Prefettura, anche se forse avrebbe potuto imporsi con maggiore forza, forte del certo consenso dei propri concittadini su questo tema.

Facemmo allora a Cremeno dei gazebo, volantinaggi, un presidio ai cancelli della struttura Artigianelli e un incontro pubblico, iniziativa replicata in molti altri comuni della Provincia di Lecco particolarmente colpiti dall’invasione di richiedenti asilo, in quanto Cremeno rappresenta propriamente il simbolo di come non dev’essere gestita l’immigrazione per creare integrazione, per garantire sicurezza e per rispetto delle vite umane che cercano un futuro nel nostro paese che con queste premesse e a queste condizioni non potranno mai trovare, oltre che per rispetto della nostra gente in difficolta’ che al contrario dei richiedenti asilo non trova nessun aiuto da parte delle istituzioni. Tentai anche di bloccare l’assegnazione del bando per un coinvolgimento nell’operazione “mafia capitale” di Tiziano Zuccolo, vicepresidente della coop Domus Caritatis, che risultò assegnataria tra gli altri, dell’ex colonia degli Artigianelli a Maggio, frazione del comune di Cremeno, dove vengono ospitati i richiedenti asilo, ma il Prefetto allora dichiarò che sentito il Ministero dell’Interno ebbe l’indicazione di proseguire nella strada intrapresa per interesse superiore: l’emergenza dell’immigrazione clandestina, appunto.

Voglio inoltre ricordare che la Lega allora da sola si impose e manifestò per impedire la sottoscrizione di un accordo provinciale per un’accoglienza diffusa, accordo che al contrario gli amministratori di tutte le altre forze politiche sottoscrissero.

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