Lecco, 16 dicembre 2022 – Questa mattina il prefetto di Lecco Sergio Pomponio ha consegnato le onoreficenze dell’ordne al merito della Repubblica italiana a dieci cittadini lecchesi che si sono distinti con la loro attività.
I PREMIATI
COMMENDATORI:
Mario Romano Negri (Garbagnate) Il dottor Negri, primo in Italia, ha costituito e dato vita alla Fondazione della Provincia di Lecco ente filantropico, filiazione della Fondazione Cariplo, denominato poi della Fondazione comunitaria del Lecchese – ONLUS e l’ha brillantemente condotta per più di 20 anni. La Fondazione, la conosciamo tutti, ha lo scopo di erogare contributi per iniziative di utilità sociale ispirate al criterio della solidarietà, ed in particolare progetti riguardanti l’area socio assistenziale, socio-sanitaria, le iniziative per la tutela dell’ambiente e per la valorizzazione ed il recupero di beni di interesse storico ed artistico. Attualmente è presidente emerito.
Luca Rota (Monte Marenzo) medico chirurgo specialista in odontoiatria e protesi dentarie, volontario del Movimento internazionale della Croce Rossa e della Mezza Luna Rossa. Durante l’evento pandemico da Covid-19 , come medico del “Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta” presso l’aeroporto di Milano Linate, controllando i passeggeri in arrivo da voli nazionali ed internazionali e, quale componente della “Unità di Strada” del medesimo corpo di soccorso, ha prestato assistenza alle persone fragili e senza fissa dimora che gravitano nella zona della stazione Centrale di Milano.
Adriano Stasi (Vercurago) accademico della Pontificia Facoltà Teologica Mariana e Membro Ordinario dell’Associazione Mariologica Interdisciplinare italiana presso la Città del Vaticano. Giornalista pubblicista, dal 1998, è Corrispondente della Pontificia Accademia Mariana Internazionale. Direttore di pubblicazioni e periodici religiosi, prosegue incessantemente la sua attività di studio e ricerca ed ha pubblicato di 30 libri.
CAVALIERI:
GABRIELE BOLIS (La Valletta Brianza) Fondatore e direttore artistico e musicale del Gruppo Folcloristico “I PICETT DEL GRENTA”, ha fatto conoscere nel mondo il flauto di Pan – uno strumento a fiato formato da canne palustri – suonando al cospetto di Capi di Stato, di due Papi, in trasmissioni radiofoniche e televisive nazionali e internazionali, ma, soprattutto, laddove un sorriso, un abbraccio, una canzone e una melodia possono riportare un momento di normalità e speranza a chi si trova in ospedali, orfanotrofi, case di cura, case di riposo, carceri e maratone, come per Telethon, con cui ha stretto un sodalizio ormai decennale, per la raccolta fondi per la ricerca.
FABRIZIO LIMONTA (La Valletta Brianza) Nel momento della candidatura era Direttore Sociosanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove si occupava dei servizi della Rete Territoriale dell’azienda. L’emergenza derivata dalla pandemia da Covid-19 ha determinato la necessità di riorganizzare l’accesso delle persone ai diversi servizi e le modalità di erogazione delle prestazioni, al fine di garantire la continuità dell’assistenza in condizioni di sicurezza anche ai cittadini fragili perché affetti da patologie organiche e psichiche, spesso aggravate proprio dalla situazione pandemica.
ALBERTO BONIFACIO (Pescate) Fondatore nel 1991 dell’Associazione ONLUS “Regina della Pace – A.R.P.A.” con sede a Pescate, laico consacrato, dal novembre 1991 ogni mese organizza spedizioni di soccorso nelle aree della ex Jugoslavia. Negli anni i beneficiari degli aiuti sono cambiati. All’inizio erano i profughi croati che affollavano le strutture sportive e alberghiere della costa dalmata. Nella primavera del ’92 è scoppiata la guerra in Bosnia e quindi si sono aggiunti molti profughi bosniaci. Con la tregua tra musulmani e croati, si è cominciato ad andare oltre Mostar, a Konjic, a Mostar Est e ad aiutare anche le popolazioni serbe con tanti profughi e profonde sacche di povertà.
ARMANDO CRIPPA (Cassago Brianza) Fondatore e presidente dell’Associazione Cassago chiama Chernobyl – Onlus”, nata per dare l’opportunità letteralmente di “cambiare aria” con progetti di temporanea ospitalità ai bambini e ai ragazzi ucraini provenienti dalla zona colpita dal disastro nucleare avvenuto il 26 aprile 1986. Il progetto ha riscosso grande successo ed è stato sottoscritto da parecchi comuni delle province di Lecco, Como, Monza, Bergamo e Brescia, e, negli anni, si è arrivati all’adozione a distanza di 500 bambini.
L’impegno si è poi evoluto in svariate altre iniziative sociali e di solidarietà rivolte agli stessi bambini diventati ragazzi ed adulti per la loro formazione professionale ed universitaria, per favorire il loro inserimento nel mondo del lavoro nel loro paese, regalandogli un futuro migliore, nonché alla realizzazione di vere e proprie opere di ristrutturazione di molte scuole ucraine.
GIUSEPPE, ROBERTO e CRISTIANO CRIPPA (Cernusco, Merate e Brivio) Titolari della Technoprobe con casa madre a Cernusco Lombardone. Hanno donato un Hub vaccinale totalmente attrezzato alla comunità di questa provincia ed in particolare del Casatese e della Brianza meratese, ma anche dell’Isola bergamasca, altrimenti costretti a trasferte a Lecco o a Erba o a Bergamo.
Durante il lock-down dovuto alla pandemia da Covid-19 il fatturato della multinazionale è aumentato del 50% arrivando a 337 milioni di dollari. Solo in Italia sono stati assunti 500 nuovi dipendenti e con le 11 sedi sparse in tutto il mondo si è arrivati a quasi 2000 assunzioni.
Questo paradossalmente, è stato innescato proprio dalla pandemia, perché molti clienti hanno voluto effettuare scorte e perché il settore di smartphone e tablet, in cui Technoprobe opera, è esploso. Per questo motivo, il papà Giuseppe con i figli Cristiano e Roberto Crippa hanno voluto “restituire” parte del guadagno mettendo a disposizione 1.200 metri quadrati di capannone, 136 parcheggi, scrivanie, pc, stampanti, poltrone e sedie, box per la privacy, arredi, termoscanner, segna-code, carrozzine per chi ha difficoltà a deambulare e tutto il necessario per approntare 12 linee vaccinali dove, a regime, sono state vaccinate fino a 1.600 persone al giorno.
Si sono sobbarcati anche le spese degli addetti alla reception e delle guardie giurate, per evitare che venissero rubate le dosi in giacenza, nonchè dei pasti di tutti gli operatori sanitari e i volontari che hanno accolto e vaccinato quotidianamente i pazienti.