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LECCO, CONFERITE LE BENEMERENZE DI SAN NICOLÒ

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Lecco, 4 dicembre 2022 – Sono state conferite oggi all’auditorium della Casa dell’Economia le benemerenze di San Nicolò, ad Alizé Piana, Pablo Atchugarry, Angelo Borghi, Vittorio Martinelli e Sandro Morganti.

 

Riportiamo il discorso del sindaco Mauro Gattinoni:

 

 

Buongiorno a tutti e grazie della vostra presenza a questo evento annuale di conferimento delle Benemerenze Civiche, in occasione della Festa del nostro santo Patrono, San Nicolò.

Rivolgo un saluto cordiale a tutte le Autorità civili, militari e religiose presenti a partire da Sua Eccellenza il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, un saluto che non è di sola e semplice cortesia istituzionale, ma è un ritrovarsi oggi qui, dopo tanto lavoro fatto insieme in questo anno, ciascuno nel rispetto dei reciproci ruoli, per il bene di questo territorio. Un caro saluto ai Sindaci miei predecessori, al Presidente del Consiglio comunale, ai Vicepresidenti, ai Capigruppo, a tutti i Consiglieri comunali, e permettetemi, un saluto e un abbraccio caloroso alla squadra dei miei Assessori che con me condividono la straordinaria impresa di condurre quotidianamente questa città, grazie anche al lavoro dei tecnici e di tutti i 300 dipendenti del Comune di Lecco, alcuni presenti oggi qui in sala. Un saluto particolare ai nostri cittadini Benemeriti, accompagnati dai loro famigliari e amici, a cui verrà oggi conferito il più alto riconoscimento che la nostra comunità attribuisce a chi ha saputo distinguersi in campo professionale, scientifico, artistico, culturale, sportivo.

In questa occasione periodica, come Sindaco, è abbastanza naturale cercare di fare il punto rispetto a quanto compiuto nel corso di un anno. E che anno è stato questo 2022!

Quando ci siamo ritrovati in quest’analoga occasione lo scorso 2021 eravamo sulla corsia d’uscita dal lungo tunnel della pandemia e mai avremmo pensato che da lì a un paio di mesi ci saremmo trovati colpiti da una guerra devastante in Europa, con popolazioni stremate in fuga da accogliere nelle nostre case, o impegnati a inviare in loco beni essenziali; e ancora, sono emerse con prepotenza nuove emergenze da gestire, prezzi dell’energia, del grano, dei fattori produttivi saliti alle stelle, con famiglie nuovamente in difficoltà.
Nel contempo, dodici mesi fa, imparavamo a conoscere uno strumento nuovo, il piano di rilancio europeo, frutto di una compattezza politica sorta dalle ceneri della crisi pandemica, un piano di ripartenza dai contenuti, all’epoca, non così ben definiti, anzi, resi quasi criptici, in Italia, da una sigla impronunciabile PNRR, e che invece, a distanza di tempo, tanto ha fatto per il nostro territorio, come vedremo brevemente, più avanti.

Anche sul piano politico abbiano assistito alla caduta del Governo Draghi, a elezioni anticipate in autunno e all’avvio di un nuovo esecutivo; nel frattempo si costruiva la competizione per le elezioni regionali in Lombardia, comportando di fatto una concatenazione d’ininterrotta campagna elettorale (con relativo lessico, promesse, attacchi e reciproci posizionamenti) che, complessivamente, vedrà abbracciare ben 8 mesi, ovvero i ¾ dell’anno. Personalmente confido che, conclusa a febbraio anche questa tornata di consultazioni democratiche, possiamo tutti rimetterci a lavorare, insieme, coi ruoli che i cittadini avranno assegnato a ciascuno, nella concretezza dei temi che più impattano su famiglie e imprese.

Che cosa siano stati i 12 mesi appena trascorsi per ciascuno di noi, per la nostra comunità, è difficile sintetizzarlo, ma per riordinare le idee mi è stato di grande aiuto aver partecipato lo scorso mercoledì all’inaugurazione dell’160° Anno Accademico del Politecnico di Milano. Ne ho raccolto tre linee di lettura mutuate dall’ambito tecnico-scientifico, ma che potrebbero bene applicarsi anche al nostro contesto sociale ed economico.

Si tratta di tre parole: Fragilità, Limite ed Equilibrio.

FRAGILITÀ: quella del nostro tempo, con cui fanno i conti soprattutto i nostri ragazzi e adolescenti che fortemente hanno sofferto la frattura dei legami sociali spontanei imposta dalla pandemia, e che ora faticano a trovare la necessaria sicurezza di sé e una serena fiducia negli altri; per questo sono indotti quasi per inerzia a chiudersi in uno spazio virtuale individuale e narcisistico dal cui confronto, ingiustamente, risulterebbero sempre inadeguati. Si è rotto un equilibrio, e di questo noi adulti dobbiamo prenderne estrema consapevolezza, invertendo una narrazione che vede nel raggiungimento di un obiettivo ad ogni costo e nel successo proiettato su ogni social, l’unica fonte di soddisfazione. Come Comune, oltre alla necessaria assistenza individuale, abbiamo voluto da subito dialogare con le scuole, le società sportive, il mondo delle associazioni, per ridare vita ai nostri ragazzi, alle loro qualità e al loro talento!

LIMITE: limite, spaesamento, incertezza circa il futuro, precarietà. Ci sono limiti che è importante conoscere e riconoscere, limiti che costituiscono la sfida per fare di meglio, ma anche limiti civili ed etici che, invece, non possono essere superati. Vi sono dei limiti a un certo modo di fare economia o a un certo modo di gestire e consumare risorse e territorio; pensiamo ad esempio all’emergenza ambientale e climatica, il cui superamento del punto di non ritorno, comporterebbe la dirompente rottura di quella fragilità territoriale, e di vulnerabilità idro-geologica di cui ormai siamo ben consapevoli. Esiste un limite all’espansione economica senza regole, esiste un limite alla bolla speculativa che si è gonfiata negli scorsi mesi. E si tratta di limiti assoluti, non opinabili. Un limite assoluto, per fare un solo esempio, è il limite oggettivo di sussistenza economica dei cosiddetti lavoratori-poveri, cioè quanto può essere pagato come minimo chi un lavoro ce l’ha, perché possa garantirsi almeno la sussistenza.

EQUILIBRIO: bene, più approfondiamo i temi della fragilità e più siamo consapevoli dei limiti, più ci pare difficile parlare, oggi, di crescita. Se, infatti, una crescita meramente competitiva, basata sull’abbattimento del limite, genera fragilità, allora il modello cui dobbiamo tendere è quello di una crescita equilibrata, cioè sostenibile. Un equilibrio dinamico che si crea e si ricompone in continuazione, che va continuamente manutenuto e indirizzato con pazienza e visione, senza arrestarsi, perché non si atrofizzi nella conservazione. La modernità ci sta ponendo di fronte a sfide epocali che possono minare le condizioni base di equilibrio: la denatalità e l’invecchiamento della popolazione, i NEET e il difficile inserimento nel mondo del lavoro, il cambiamento climatico e gli effetti concreti sul nostro stile di vita, la pervasività delle nuove tecnologie e il potere che esse possono a vari livelli esercitare. Per cercare un equilibrio dinamico, occorre evitare di provocare strappi difficili da ricucire, ma coltivare evoluzioni capaci d’inserirsi in questo contesto, generando un miglioramento continuo.

E qui torna in campo il tema del PNRR: l’Europa, nel peggior momento di criticità post-pandemica, ha scelto d’investire in un nuovo modello di crescita, più equilibrato, imponendo una regola vincolante agli investimenti, che cioè siano finanziati solo quelli capaci di generare rapidamente un miglioramento sociale. Lecco si è trovata facilmente in linea con questa visione: i capisaldi di una città bella, solidale, sostenibile e grande erano già sintonizzati sull’onda di quello sviluppo equilibrato che dobbiamo creare.

Per questo, concorrendo ai diversi bandi nazionali e regionali, e grazie a un proficuo lavoro di squadra, per il quale voglio oggi ringraziare ogni giocatore in campo, la nostra città ha acquisito dal Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza – PNRR, una cifra di oltre 45 milioni di euro che davvero permetteranno di rinnovare il volto e le funzioni della nostra città. Lo ripeto: ciò è stato possibile perché, abbiamo ben chiara l’idea di città che desideriamo per il futuro, ed essendo tale idea in linea con le prospettive di sviluppo europee, l’abbinamento è stato logico e naturale.

Qualche dato molto concreto.

Con la primavera partiranno i lavori per riqualificare i magazzini dell’ex Piccola Velocità (4 milioni di euro) una piattaforma che vogliamo sempre aperta per i giovani, la cultura, lo sport, gli eventi, le famiglie, il tempo libero.

Poi c’è il rifacimento del lungolago, la piattaforma più poliedrica ed eterogena con i suoi 10 km d’estensione e di potenziale attrattivo. Il costo dell’intervento è di 14 milioni di euro, di cui quasi 7 ottenuti dal PNRR: il primo tratto coinvolto dai lavori sarà quello compreso tra l’imbarcadero e la Malpensata e il cantiere dovrà essere affidato entro luglio. Rigenerare questo spazio significa offrire occasioni per il turismo, stimolare imprenditoria e proposte, unire la natura con la città.

Nel PNRR grande attenzione è data alle strutture scolastiche e per i giovani. Abbiamo già ultimato i campi sportivi all’aperto presso le scuole Bertacchi e Bovara (600 mila euro), cui aggiungeremo le riqualificazioni delle scuole dei nostri bambini e ragazzi: dalle elementari De Amicis alla Carducci di Castello, al nuovo asilo nido alla Bonacina, per un totale di circa 10,5 milioni. Non mancano investimenti per le politiche sociali e abitative dirette ai più fragili, quelli per la digitalizzazione, per lo sport e la cultura col finanziamento dei lavori del primo piano di Villa Manzoni. E ancora, abbiamo avviato il cantiere del teleriscaldamento cittadino, alimentato dal calore prodotto e dissipato dell’acciaieria dell’Arlenico, esempio di progetto economicamente ed ecologicamente sostenibile.

Ben consapevole di espormi a un rischio, voglio inoltre rinnovare un impegno deciso per il centro sportivo del Bione. Alcuni lavori esterni sono stati già portati avanti grazie ai contributi della Regione (il rettilineo per l’atletica, l’illuminazione della pista e i nuovi spogliatoi Campo 1); altri interventi potranno avviarsi anche in relazione ai grandi eventi sportivi che ne faranno da traino, come Euro Meet 2004 (gare giovanili per circa 400 atleti europei, coordinato dalla Provincia) e, soprattutto, i Master Games 2027 che ci vedranno impegnati, al momento, come Comune capofila per organizzare gare e ospitare migliaia di atleti master nelle principali discipline olimpiche, assieme ai comuni di Como e Varese. Ma la vera svolta per il Centro Sportivo Al Bione auspichiamo possa venire dalla stretta collaborazione con investitori e gestori privati che si sono già formalmente proposti, capaci di accogliere la sfida di abbinare efficienza privata e utilità collettiva.

Veniamo ora al prossimo anno, al 2023.

Il 2023 sarà per Lecco colmo di anniversari importanti: ricorreranno, infatti, i 130 dalla morte del poeta, scrittore e librettista Antonio Ghislanzoni e i 150 anni dalla scomparsa di colui che più ha contribuito a rendere Lecco nota nel mondo, Alessandro Manzoni. Lecco non mancherà di omaggiare questi grandi protagonisti della cultura.

Ma, soprattutto, il prossimo anno festeggeremo i 100 anni dalla nascita della città che oggi conosciamo: nel 1923, infatti, si unirono all’allora comune di Lecco i comuni di Castello Sopra Lecco, Rancio di Lecco, Laorca, San Giovanni alla Castagna, Acquate, Germanedo e parte dell’allora comune di Maggianico, che in realtà fu l’ultimo ad unirsi, nel 1928.

Nel centesimo anniversario dell’unificazione di Lecco due sono le spinte che vogliamo perseguire: una interna, e l’altra esterna.

La prima, quella interna, riguarda I RIONI: i nostri storici quartieri, costituiscono quei “cuori pulsanti” che uniscono famiglie, parrocchie, associazioni, storie, tradizioni che meritano di essere valorizzate. Il 2023 sarà quindi l’anno in cui avvieremo uno speciale “piano rioni”, per rispondere ai bisogni concreti con interventi specifici per le esigenze vive di ciascuna comunità.

Poi, sul fronte “esterno” occorre sostenere ulteriormente la spinta peculiare di un COMUNE CAPOLUOGO, cioè quella di unificare volontà differenti e accompagnare processi radicali. Sono convinto, e lo ripeto spesso, che “Lecco non basta a Lecco”, tanti problemi e le conseguenti soluzioni si trovano solo su scala più ampia: dal traffico al turismo, dalla cultura alle infrastrutture, dall’assistenza alle persone fragili all’erogazione dei servizi pubblici di base (acqua, energia, ambiente) la scala delle risposte non può che essere di sistema; l’unificazione , in realtà forzosa, di cento anni fa, chiama oggi a una nuova e diversa scelta di fare sistema ed è quanto stiamo facendo, proprio in questi giorni, con un intenso lavoro con i comuni del territorio.

L’ultimo passaggio di questo discorso lo dedico alla cultura. Le sfide poste dall’epoca che stiamo vivendo richiederanno forte capacità di pensiero, nuova intelligenza nelle scelte, ampiezza e profondità di sguardo e, soprattutto, un’incondizionata fiducia nei giovani: per questo il nostro migliore investimento è quello nella formazione, nella cultura! Dobbiamo favorire ogni occasione che scambi maggiore e migliore conoscenza, in tutte le sue forme, da quella tecnico scientifica a quella classica, dal saper fare dell’artigiano alla comunicazione digitale degli influencer, all’espressività in tutte le sue forme. Per questo dunque, dobbiamo al più presto riattivare il perno attorno cui ruota la proposta culturale lecchese: dobbiamo riaprire il Teatro della Società. In questi due anni, lontano dai riflettori e in un operoso silenzio, è già stato rinnovato tutto l’aspetto strutturale e impiantistico del nostro teatro per un importo di oltre 2 milioni di euro.

Per poter compiere il prossimo passo, di simile tempistica ed entità, per compiere il passo che porterà alla riapertura, rivolgo a tutti un appello: occorre il vostro contributo! Tra qualche settima confezioneremo una proposta concreta, ma già da ora è chiaro che occorre dotarsi di risorse e di strutture gestionali nuove non solo per valorizzare delle peculiarità inattese emerse durante i saggi di restauro, ma soprattutto per poter riaccendere le luci di scena, far scorrere la musica, farci coinvolgere dalla prosa e irraggiare così bellezza da quel prezioso scrigno ottocentesco a tutta nostra città.

Questo era l’ultimo pensiero, che porta con sé un compito su cui lavorare insieme.

Ora lascio volentieri spazio ai nostri cittadini benemeriti cui oggi la città conferirà il riconoscimento più alto.

Alfieri della Città di Lecco sono Alizé Piana, Pablo Atchugarry, Angelo Borghi, Vittorio Martinelli e Sandro Morganti. Come vedremo, e chi li conosce già personalmente può confermarlo, le loro sono storie di riscatto e di successi, raccontano impegno nello studio meticoloso e nella produzione artistica, sono esempi di generosità senza confini. Mischiano, come solo noi lecchesi sappiamo fare, innovazione, tenacia, attenzione verso l’altro, roccia e cuore.

Grazie a voi, grazie al vostro esempio, siamo ancora più orgogliosi di essere lecchesi!

Buona Festa di San Nicolò a tutti!

 

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